Fan Fic amatoriali

lunedì 31 gennaio 2011

Foglia che cade



Attaccata a quest'albero che mi ha visto crescere, guardo le mie sorelle scivolare via in una lenta, danzante, morte acrobatica non appena il sospiro dell'autunno le raggiunge.
Anche io sento l'impulso di lasciarmi andare, di volteggiare nell'idolatrato canto del vento che soffia tutt'intorno.
La terra carica del corpo delle mie sorelle mi chiama, offrendo l'ultimo giaciglio gelido per il corpo infiacchito.
Sembra quasi un'utopistico sogno dal sapore amaro.
L'offerta del riposo... dopo una vita intensa.... quale può essere il desiderio più grande?
Ed ecco. Dalle profondità ululanti della brezza che spira con forza, un colpo di frusta s'abbatte contro la mia carne stracciando l'ultimo contatto con l'albero che mi ha dato la vita.
Il ringhio selvaggio del vento mi caccia dal letto che agognavo di raggiungere, portandomi chissà dove, nell'immenso abisso che è il mondo.
Fuochi fatui dalle vesti di piccoli soffioni mi sfiorano in una rude carezza che mi fa tremare...
Sono sola, una piccola foglia, superstite del lento sopir dell'autunno.
Nuoto nel vento, vivo in silenzio la caduta mentre il tempo smette di esistere.
è come cadere nella follia... una discesa lunga nel vuoto statico della solitudine... perfetta per impazzire.
Nel tormento del pensiero errante ipnotizzato dal silente volteggiar, il filo di trama di una ragnatela m'afferra e mi trattiene stretta.
Rimango appesa mentre il vento gioca con me... sospesa tra reale e finto in un vorticante miscuglio di sensazioni dalla tetra allegria, guardo il mondo, il mio letto, le mie sorelle mentre coprono con morbido calore la terra raffreddata.

domenica 30 gennaio 2011

Storielle sulla panchina del parco

Nonostante debba migliorare molto il mio modo di scrivere, vi tedio con un nuovo pezzetto di questa storiella buttata a caso sul blog... sperando vi sia gradita , baci!!!! e un commentino ç_ç perfavoreeeeeeeeee

Lenzuolo nero sangue

Il respiro mi tuona nei polmoni, lottando disperato per uscire dalle labbra rinsecchite.
È un attimo, un momento nefasto che blocca il simbolo stesso del tempo che scorre, quando m’accorgo pietrificata di essere seguita.
La telecamera mi segue… poco convinta di quello che ho visto faccio due passi a destra e poi due a sinistra… e, diavolo,  continua a seguirmi.
Le lacrime iniziano a salire accompagnate mano nella mano dal panico che m’afferra animo fermo, strizzandolo con violenza.
La claustrofobica idea di essere sola s’infila nella mente come schegge di vetro, dandomi la prova definitiva che sono viva.
Non devo cadere nel panico… se lo faccio, non ragionerò più…
Con il senno pieno di paura m’accosto al muro, schiacciandomi nell’angolo cieco della telecamera e respiro.
L’aria malsana e puzzolente della stanza m’entra dentro, annebbiando quel poco di lucidità mentale che m’è rimasta attaccata alla pelle.
Faccio una paio di respiri profondi e trattenendo la ragione con le unghie e con i denti, mentre tengo d’occhio la telecamera.
Con le dita che tremano cerco goffamente di coprirmi le nudità, più per pudore che altro, e lego due lembi sulla spalla sinistra in una pallida e scialba imitazione mal riuscita di tunica in stile greco.
Silenzio… il rumore frusciante della tela è l’unica cosa viva qui dentro.
Un tremito mi percuote violentemente arrivando fino alle profondità della carne, ma poi scompare, lasciando solo il vago sentore della paura dietro la schiena.
Stando attenta a non farmi vedere, muovo un passo verso il lettino più vicino e afferro il lenzuolo scoprendone piano il corpo sotto.
La morte che credevo terribile e infallibile, sembra aver coperto di bellezza il corpo della bimba che scopro.
Tulle e organza la vestono in tinta rosa, come una bambola d’altri tempi orribilmente pietrificata nel giogo dell’età che l’ha resa cadavere.
È bellissima e inquietante al tempo stesso, nella perfetta immobilità.
Faccio per sfiorarle una mano, posseduta dalla curiosità di sentire sotto le dita la trama della sua pelle che sembra fatta di velluto e seta.
Tentennante allungo e poi ritraggo il braccio… poi lo allungo di nuovo… e la tocco. 
È ghiaccio allo stato puro… la trama delicata della pelle contro le mie dita manda una scarica di paura così ancestrale da provocarmi un conato di vomito al terrore che m’afferra.
Dio… era una bambina, una bambina… e ora…
«Che t’hanno fatto…» mormoro strofinando le dita contro il lenzuolo e pulisco… pulisco…pulisco sentendomi sporca e omicida nell’anima.
Con le lacrime che cercano di uscir dagli occhi secchi, abbasso lo sguardo vergognandomi penosamente della paura che questa morte imbalsamata mi fa.
Sono ancora una bambina tremante, nonostante ostenti il mio corpo di donna…
Ingoio a vuoto un paio di volte, cercando di riprendere l’agognata calma, ma è difficile, miseria è difficilissimo in questo bunker bianco e claustrofobico che allunga le dita artigliate verso la mente già di per se poco lucida.
«Che follia che sto vivendo…» penso angosciata.
Piccole idee, istantanei flash dell’istinto che grida per sopravvivere, sono l’unica cosa che concepisco realmente, tutto il resto è il vuoto che continua a lottare per soggiogarmi.
Arrotolo il telo attorno alla mano destra, respiro profondamente, poi mi lancio.
Trottando tra lettini che accolgono abbietti cadaveri vestiti a festa, cerco lo slancio per aprire una via di fuga verso una sottomarca della libertà che la stanza attigua mi da.  
Nemmeno mi sono chiesta se la porta fosse di vetro o plasticone.
Se è in vetro forse ho una speranza… altrimenti, dovrò attendere che qualcuno mi venga a prendere… e la sola idea di restare insieme a tanta miseria mi fa desiderare la morte.
Sono vicina…
Dalle profondità della gola un ringhio gutturale risuona, dando un po' di vita a questo vuoto oblio abitato dai morti.
Socchiudo gli occhi e… La mano s’abbatte contro la trasparenza della porta davanti a me.
Quello che per fortuna pare vetro, s’incrina e s’infrange scoppiando con un fragoroso ruggito.
La speranza s’accende come il fioco baglio di una candela e mentre le schegge mi si lanciano contro aprendo piccoli tagli alla luce dei neon, io attraverso guadagnando la mia speranza di libertà.
La mano pulsa dal dolore.
La guardo, srotolando il suo guanto grezzo e…gocce di sangue nero escono dalle nocche escoriate.



Ps: Ragazzi fatemi gli auguri che domattina ho un'esame ç_ç Fifaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa

Baci bye bye

venerdì 28 gennaio 2011

Musica per ispirare




Ninfetamina

Andavo per il fiume
In piena estate, ondeggiavo
Uno stormo a forma di “V” di cigni neri
Sulla tomba con speranza
Per tutto il Rosso settembre
Con i cieli lastricati di fuoco
Supplicai che tu apparissi
Come una spina per i santi

La mia anima era fredda
La sofferenza indescrivibile
Ti ero di fronte quando mi hai lasciato
Una rosa nella pioggia
Perciò giurai al rasoio
Che mai, sciolto dalle catene
Le tue scure unghie di fede
Sarebbero state spinte nuovamente attraverso le mie vene

Nudo sulla tua tomba
Prego per la tua solitudine
E verrai mai presto
Da me?
Per quanto c’è stato una volta
Dai legami della tua umiltà
Ho potuto sempre trovare
La giusta fessure per la tua sacra chiave

È profondo sei piedi il taglio
Nel mio cuore, questa prigione senza sbarre
Scolorisce interamente con visione da tunnel
Il tramonto
Ninfetamina
Malato e debole per la mia condizione
Questo desiderio, una sorta di dipendenza vampirica
Di lei sola, in totale sottomissione
Meglio di chiunque altra
Ninfetamina

Ninfetamina, ninfetamina
Ragazza ninfetamina
Ninfetamina, ninfetamina
Mia ragazza ninfetamina

Rovinato dal tuo fascino
Sono circondato come una preda
In una remota foresta
Dove le voci ti persuadono
Più dei sentieri di zucchero
Più della bianca signora distesa
Che della colonna di sale
(Restando a Sodoma la notte nella baia)

Con le braccia incrociate
Resisto alla loro influenza magnetica
E ballo alla luna
Come facemmo in quei giorni d’oro

Stelle battezzate
Ricordo la strada
Noi eravamo l’ago e il cucchiaio
Smarriti nel fieno in fiamme

Nudo sulla tua tomba
Prego per la tua solitudine
E verrai mai presto
Da me?
Per quanto c’è stato una volta
Dai legami della tua umiltà
Ho potuto sempre trovare
La giusta fessure per la tua sacra chiave

È profondo sei piedi il taglio
Nel mio cuore, questa prigione senza sbarre
Scolorisce interamente con visione da tunnel
Il tramonto
Ninfetamina
Malato e debole per la mia condizione
Questo desiderio, una sorta di dipendenza vampirica
Di lei sola, in totale sottomissione
Meglio di chiunque altra
Ninfetamina

Il tramonto
Ninfetamina
Meglio di chiunque altra
Ninfetamina

Ninfetamina, ninfetamina
Ragazza ninfetamina
Ninfetamina, ninfetamina
Mia ragazza ninfetamina

giovedì 27 gennaio 2011

Alle Lacrime ...


Nell'eterna ricerca della felicità, c'imbattiamo in piccole gocce salate che dai nostri occhi scendono.
Come mediocri prostitute, scarrozzano sulle nostre guance lasciandosi dietro solo la scia dei peccati commessi.
Peccati, che ci trivellano e perforano l'anima, finché non entrano e stabiliscono il loro dominio indissoluto sulle emozioni che c'addolorano. 
Vuoti, devastati, affranti... le emozioni prendono il sopravvento e ci fanno cadere nel buio di un pianto dirotto, che non ci libera ma restringe solo la prigione fatta di carta in cui cerchiamo rifugio.
Siamo reietti, derelitti, cadaveri dal cuore tenere che versano lacrime appena siamo felici... tristi... arrabbiati...
Come puttanelle delle emozioni, che innamorate delle nostre anime fragile ci conducono al dolore per sodomizzare la ragione e far gridare gli occhi, noi gli siamo fedeli e senza fiatare chiniamo la testa.
Eppure come folli artisti, ne lodiamo la bellezza volluttuosa che illumina la tela pittoresca del nostro animo commosso.
Le benediciamo e le ringraziamo... perché senza le lacrime, il cuore perderebbe sangue dagli occhi per mostrare il nostro affranto amor distrutto al mondo.

lunedì 24 gennaio 2011

Due passi sulla neve


silenti voci nel vento s'accordano
dando fasto all'inverno
nefasto

dal cielo volteggiando
cadon mille lacrime
dal cristallo ornate

è la neve che bianca risplende
nella notte che nera l'attende

or su amor mio
alza il naso verso l'alba e guarda
nel mar dell'infinito
l'interminabile sinfonia che il ghiaccio va a crear

la neve all'alba prende il color del sole
urlando vittoriosa
il manto del sangue
che erge smaniosa


Storielle sulla panchina del parco

Visto la richiesta positiva, continuo XDXDXD!!! Buona lettura

Stanza Bianca


Guardo le mani totalmente bianche, sorpresa e intontita.
Ogni traccia di colore sembra scomparsa trascinandosi dietro anche il calore che le alberga.
Nella stanza dalla neutra tinta bianca, l'odore putrido di cadaveri aperti sembrava idolatrare il silenzio che li copre come una soffice e fastidiosa coperta.
Loro sono morti ma io, diavolo, come ci sono finita qui? E poi cos'è questo posto? un obitorio?
Una domanda dietro l'arltra si sussegue nella mia mente, attaccandosi a filamenti sconnessi di pensieri fumosi.
la luce al neon mi brucia gli occhi facendoli lacrimare per la troppa forza...
Con le dita intirizzite mi tocco la palpabra inferiore per scacciare la piccola goccia che cola dall'occhio e, appena l'ho raccolta, la stendo sul pezzo di lenzuolo che copre una parte delle mie gambe nude senza darvi imponza.
Sono nuda... un fastidioso sentore di vulnerabilità mi colpisce come un maglio sulla pelle esposta agli occhi dei cadaveri accanto a me.
Che ci faccio io qui?
Con il lenzuolo copro le nudità platealmente esploste e mi guardo intorno con maggior attenzione.
Bianco... tutto è bianco, sporcato dalla luce giallina delle lampadine accecanti.
Una finestrella e una porta trasparente bucano il muro immacolato, dandomi l'opportunità di dare uno sguardo al mondo che mi ha rinchiuso qua.
è così strano... tutto ha un'atmosfera di luttuosa dignità, dando alla morte quasi una veste dorata invece che nera e spaventosa. 
Aggiro corpi avvolti da candidi lenzuoli stesi su tavoli operatori senza guardarli, un po' schifata per ciò che la dea morte ha lasciato indietro.


Sotto i piedi nudi, il pavimento non mi sembra freddo, ma tiepido.
Respiro... mentre il cuore non batte. Forse non lo sento perchè i battiti sono lenti... si, dev'essere così... almeno spero.
Il panico sta per prendere il sopravvento, ma lo scaccio masticando con nervosismo la tenera carne della guancia, che non accenna a tagliarsi per fortuna.

Trasciandomi dietro il lenzuolo anonimo, raggiungo la porta.
Dietro di essa, il nulla... Guanti abbandonati, tute bianche accatastate  su appendi abiti in acciaio, stivali di gomma, strumenti chilurgici... non una persona al quale chiedere aiuto, o consiglio, o semplicemente chiedere se fosse il risultato di qualche cattivissimo scherzo creato per vendircarsi il giorno di questo stramaledetto san valentino.  
Nessuno... mi guardo intorno di nuovo e solo ora mi accorgo di una telecamera che mi fissa con insistenza.
Trattenendo per le unghie il panico che continua a crescere, m'allontano dalla porta cercando un'angolo dove poter coprire meglio il mio corpo, vergognosamnete nudo.
Un ronzio però, mi segue e alzando gli occhi vedo la telecamera seguirmi.
Sono spiata...

venerdì 21 gennaio 2011

Storielle sulla panchina del parco

A volte mi vengono in mente delle storielle quando sono in mezzo alla strada. Quest'oggi, seduta al freddo su una panchina in mezzo al parco, scrivo e vi racconto l'inizio di una. Spero vi piaccia.

Rinascita

Non sapevo esattamente cos'era accaduto.
Rumori, immagini, sensazioni si mescolavano in un borbottante calderone dentro la mia mente che pulsava dolorosamente, mentre sulla pelle qualcosa mi sfiorava.
L'ultima cosa che ricordavo era il dolce, pungente sapore ferroso del sangue mentre m'invadeva la gola... una crudele stoccata da parte del destino.
Poi il nulla...
L'oscurità delle palpebre chiuse mi trascina in un mare spumeggiante dal sapore di cotone.
Credo... di essere morta...
Ho sentito distintamente la vita abbandonare il suo involucro di carne, un petalo a forma di anima che scivola danzando con semplicità nel vento del tempo morente.
Eppure... inspiro ed espiro, sentendo i polmoni gonfiarsi e stringersi come se fosse la prima volta.
Sotto quello che sembra un lenzuolo, la carne e il sangue che mi abitano, sono pesanti come macigni, incapaci di muoversi od agire.
Alle mie orecchie il silenzio sussurra parole vuote di significato, derirendo il mio torpore.
Dietro le palpebre, un'alone di luce sembra scavarsi il suo spazio, dandomi un vago indizio sulla luce che c'è al di fuori si essere.
Il corpo scioglie la sua rigidità, ascoltando il rumore sordo della solitudine.
L'odiato e idolatrato odore di disinfettanete m'entra dentro, facendomi uscire ancora un po' dal torpore del sonno forzato, credo.
Lentamente muovo le dita e sfioro ciò che mi copre.
Sollevo piano le porte degli occhi e metto a fuoco.
Un mare di bianco mi copre, dura e tesa contro la mia cute.
Un lenzuolo di pietra nasconde la pelle nuda, alla luce di quello che sembra un neon.
Inspiro e espiro, cercando il battito del cuore che non arriva.
è Fermo... morto...
Centellinando i movimenti, allungo le dita sul petto e resto il ascolto.
Non si muove... eppure io vivo...
Non pompa... eppure io respiro...
Sbarro gli occhi e graffio il lenzuolo, scostandolo di botto.
La mia pelle è bianca... fredda... e puzza di morte...
Che cosa sta succedendo?


giovedì 20 gennaio 2011

I love Cinema

Ahhhhhhhh Il Cinema...
Estasi e Tragedia di uomini che prestano volto, corpo e anima a idee e immagini per far sognare, piangere, tremare e gioire chi li guarda.
Il cinema è qualcosa di complesso nel cuore del film, ma semplice nella sua struttura esterna.
Quando ti siedi su una comoda poltrona e attendi trepidante l'inizio della pellicola su cui le tue spettative vertono, un sottile filo d'attesa s'accende lasciandoti senza fiato durante la pubblicità.
Il cinema è il più perfetto luogo di perdizione,perchè l'oscurità di cui si ammanta fa perdere ogni senso, inquinandolo quasi la ragione, fino a portarci al più concentrato e religioso silenzio.
Solo il corpo capisce... solo la nostra entità materiale, recepisce la presenza di chi ci sta accanto, reagendo al contatto fisico con sorpresa e desiderio d'affondare in quel tocco sempre di più.
Poi le immagini ci catturano di nuovo e la parvenza di desiderio fisico scompare di nuovo, catapultata nella mente nel protagonista che ha qualcosa in comune con noi.
Nel silenzio della sala tutto ciò che esiste è solo il buio, il contatto appena accennato e il film che ci apre la mente e il cuore, dando vita alla nostra fantasia.
è per questo che amo il cinema!

martedì 18 gennaio 2011

Pensando... pensando...

Leggendo varie e possibili trame di libri più o meno papabili per finire nella mia ricchissima libreria, mi sono fermata un'istante a immaginare, in silenzio, cosa accadrebbe se fossimo noi a entrare in uno di quei libri che tanto adoriamo.
Chissà... magari finiremmo uccisi dopo un paio di minuti da orde assassine di Uruk ai, o morsi a sangue da un vampiro eccitato e famelico che passava per caso nella zona... ammetto, perversamente, che la seconda mi piace di più.
Noi, saremmo davvero in grado di modificare, distorcere, cambiare e tramutare una storia entrandovi a far parte?
In fin dei conti cos'è una storia, se non il susseguirsi di scelte che conducono ad azioni e reazioni concomitanti, più o meno prevedibili, più o meno sensate e più o meno senza un maledetto briciolo di raziocinio, che concluderebbe subito la storia in sé?
Probabilmente, saremmo solo un piccolo sassolino nell'immenso lago embrionale che costituisce l'energia, le idee, la passione e il tempo, spesi per dare la vita a quello che la nostra mente e il nostro cuore partoriscono. 
Un po' come se fossero figli nostri le storie, le parole, le frasi e le sillabe che le costituiscono, si prendono la nostra parte migliore, quella della fantasia e della laboriosa energia dattilografica e le uniscono, amalgamandoli in un solo unico essere, perfetto ai nostri occhi.
Quindi se un'intruso vi entrasse dentro, al di fuori della nostra giuristizzione e della possibile manipolazione, potrebbe costituire danno al continuum della storia o al contrario l'aiuterebbe?
Sarebbe bello saperlo, no? XD

Leggere, leggere e... fantasticare

Da un po' di tempo a questa parte, ogni volta che entro in una libreria non vedo nessun titolo che mi salti all'occhio.
Una volta, mi bastava sentire l'odore della carta stampata per eccitare la mia fantasia e riempire di curiosità la mia mente da ragazzina assatanata di bei romanzi.
Ma ora, tristemente, non c'è un titolo che mi solletichi... e questo mi butta giù il morale.
Prima, le librerie erano il mio paese delle meraviglie. Lanciavo occhiate a destra e manca e "boom", già sentivo il bisogno di iniziare quel romanzo dalla copertina particolare e d'immergermi nelle sue parole, nuotando tra le lettere e  affogando tra le sue emozioni.
Ora mi sento un guscio vuoto...
Vampiri, fate oscure, pittori dell'antico Egitto, streghe e maghi, guerrieri, inquisitori, professori, bibliotecari...  leggevo un po' di tutto senza battere ciglio.
Ora che pure io scribacchio (non mi permetto di dire scrivo, perché sarebbe troppo azzardato per i miei standard), la mia mente ricerca cose più particolari... più fuori dal comune, con trame particolari e accattivanti.
Da un po' vorrei leggere storie su angeli caduti, perché gli esseri con le ali mi affascinano più qualsiasi altra cosa... Ma non li trovo!
Ehhhh che tristezza T_T

lunedì 17 gennaio 2011

Due passi 2



Sera. L'odore della nebbia entra nei polmoni, ha il suono un po' malinconico di questa musica.
Davanti a me, la notte che incalza, mentre una nonna e il suo nipotino camminano mano nella mano.
Non parlano, non si guardano, camminano e basta, seguendo l'andatura silenziosa della musica.
Si tengono per mano, emanando calore e tenerezza.
Quasi mi sento un'intrusa nel loro quadro avvolto da beati filamenti di nebbia.
Si muovono piano, senza fare molto rumore, evanescenti figure dal passato pieno di ricordi che si congiungono in un'umano atto di conforto e accompagnamento.
Quelle dita strette, mi fanno sentire una spettatrice silente della loro realtà.
Sono teneri, sono confortanti e la loro vicinanza, cancella per un attimo il male del mondo, dando una visione buona e ottimistica, di tutto ciò che circola per queste terra.
Come un'ombra li seguo guardando da sotto il berretto, il pezzo di strada che facciamo insieme.
Mi sento un po' un'ombra che li pedina, un corvo gracchiante che punta gli occhi giudiziosi sulle loro teste alte.
Il bimbo inciampa in una grossa pietra che spunta con cattiveria dal nulla e cade sulle ginocchia strattonando un po' il braccio della nonna che si volta all'istante per aiutarlo.
Un po' lo rimprovera, un po' lo conforta, pulendogli i pantaloni con manate decise. 
Li supero uscendo dalla loro bolla di calore famigliare e come un'anima errante, attraverso la strada ritornando nel mio mondo incerto.

domenica 16 gennaio 2011

Due Passi

Cammino con la musica nelle orecchie, la strada umida di nebbia non ha destinazione, semplicemente mi accompagna nel mio percorso.
I lampioni illuminano a tratti l'asfalto, mentre io passeggio canticchiando, persa nel mio mondo fatto di follia e passione.
A lato le macchine scorrono e illuminano la mia figura fatta di ombre.
Sorrido e respiro profondamente, è notte e mi piace camminare al buio, guardando i miei passi scomparire senza lasciare null'altro che un suono.
Mi fa sentire viva, adrenalinica, magicamente unita alle tenebre che cullano sogni, desideri, speranze e perversioni degli uomini.
Mi sento a mio agio nel buio, madre dolce di ogni pensiero peccaminoso e vero del corpo.
Al buio non ci nascondiamo, diventiamo quello che l'animo ci comanda, dando forma al proibito che dimora in noi.
Le note della canzone si mescolano al respiro che prende forma, sbuffi impacciati che mi mescolano al freddo che li ama alla follia.
Altre persone camminano in questa notte col cielo trapuntato di stelle, ma a teste chine affrettano il passo impaurite dalle ombre che le seguono.
Io non ho paura, perché io stessa solo un'ombra del mondo, una pallida imitazione di essere umano difettoso nella sua complessa natura.
I profili delle case si stagliano nelle tenebre come masse urlanti dai sentimenti nascosti.
Tutto rivela una diversa luce, avvolta da questa calda coperta di illusioni.
Cammino e rido, perché le stelle riverberano con forza, dando un segnale alla mia povera anima che passeggia alla luce delle tenebre.

sabato 15 gennaio 2011

Nel segno dei vampiri... ma non quelli di Twilight!

Come ogni tanto mi capita, mi sveglio la mattina e il desiderio irrefrenabile di immergermi nell'oscura culla nella sensuale malvagità, mi colpisce con il bisogno di cercare immy, film e... telefilm sui vampiri.
Non fraitendete parlo di vampiri, quelle creature meravigliose che vivono nell'oscurità aberrando la luce del sole e bevendo sangue umano. Quelle creature che emanano violenza, sesso e crudeltà da ogni poro, non le caricature di Twilight!
Prima che uscissero i film il libro mi piaceva, ma dopo il boom con fan urlanti in ogni angolo, sono diventati, come dire... fastidiosi? Si, quella è la parola esatta.
I vampiri a cui ho lasciato il mio cuore, sono i demoni della notte che dedicano l'eterna esistenza a soddisfare la sete e ogni altro desiderio.
Fin da bambina ne sono rimasta affascinata, come simboli imperituri e immutabili della bellezza delicata ma trasgressiva della notte, al di fuori da ogni restrizione sciocca degli umani.
Il primo vampiro di cui mi sono innamorata, nemmeno a dirlo, è stato dentro un videogioco il cui nome è Soul Reaver.


A parer mio uno dei miglior game action mai esistiti, non solo per il livello di definizione, ma per la trama gotico-drammatico dai vaghi sapori esoterici, che mi hanno incantato. I dialoghi poi non sono normali, usano termini così delicati e sofisticati da rendere ogni frase musica, incisione e profondità allo stesso tempo.
Questi vampiri, hanno alle spalle agonia, dolore, passione per la vita dimenticata e ora, rinata a una nuova non vita piena di assuefacente violenza, egocentrismo, potere e giustizia. Una giustizia più ampia, più da bene comune che da bene del singolo...
è così bello e intrigante che non so quante volte ci ho giocato a questo videogame, tanto da sapere le battute a memoria.
Ma ne vado fiera, perché senza questo, probabilmente, avrei scoperto i vampiri più tardi con il boom della moda "vampiresca" di Twilight e company.
Questa moda però, ha portato alla luce tantissime piccole perle oscure come True Blood, Moonlight, (Non scordiamoci di Buffy, che per fortuna è stata fatta molto prima di questa assurda moda), Blood Ties (anche se questo lo devo vedere... però me ne hanno parlato molto bene XD) e ,tanti altri!
In Soul Reaver non c'erano belloni che luccicavano alla luce, ne assurdi lupi mannari simili a cani troppo cresciuti, la c'era il sapore vero del mistero e del gioco abbietto del destino a ogni passo del protagonista.
Li, s'incarnava l'anima vera del vampirismo... ehhhhhhhh che meraviglia!

E ora, a voi!
Qual'è stata la creatura non umana che vi ha colpito di più?
Lasciate un commentino, baci!!!!


Questo è il co - protagonista Raziel (porta il nome dell'arcangelo Raziel l'angelo del mistero, nell'ebraismo) prima che ricevesse la punizione per essersi evoluto prima del suo signore di sangue e padre vampiro.


Kain l'altro co - protagonista, vampiro antico molto potente che in gioventù divenne un tiranno spadroneggiando sulla regione di Nosgoth. Per invidia, trancia le ali di Raziel e lo fa gettare dai suoi fratelli vampiri nel pozzo delle anime, un gorgo enorme.


Nella sua nuova vita, Raziel diventa un divoratore d'anime, in cerca di vendetta, che si ritroverà a scoprire la verità sulla razza dei vampiri.

venerdì 14 gennaio 2011

Crescere... Che fatica!

Mi guardo allo specchio e vedo sempre la stessa faccia, forse un po' cresciuta, ma non molto.
I tratti sono cambiati pochissimo dall'infanzia e non esprimono quella maturazione mentale che vorrei trasmettere.
A volte mi chiedo se sono davvero matura per la mia età, se la mia mente è adeguata alla vita che scorre e non è ancora troppo infantile e inguenua per rimanerne sommersa.
Non mi sento matura... ma non mi sento nemmeno una bambina... cosa sono allora?
Lo specchio non parla, mi guarda riflesso con i miei occhi senza darmi nessun segno divino da seguire come una cieca pecorella.
Ogni tanto penso di essere fuori posto in questa parte della storia del mondo, perchè non trovo felicità nelle cose materiali, se non una momentanea soddisfazione nel possederle che poi scivola via, come acqua piovana.
Cosa cambia? Cosa c'è di diverso in me rispetto alle persone che trovano la felicità nella materia che io sento futile?
Perchè mi sento una vittima dell'apparenza che detta leggi?
Io che non guardo ne Misteri nè i film dell'Orrore perchè mi fanno paura ma scrivo cose che inquietano gli altri, mi sento un po' smarrita in questo pezzo di mondo tanto appariscente ma marcio dentro.
Io che vesto sempre di nero con pizzi, corsetti, e guanti coi lacci, mi sento una guerriera senza speranza di sopravvivere nella guerra della vita.
Io che sono ancora un po' bambina in un corpo di donna, voglio le ali per volare e lasciarmi il silenzio dell'incomprensione alle spalle...

mercoledì 12 gennaio 2011

Balletto per convincere ad uscire

Da quasi un'anno c'è un ragazzo che m'intriga.
Non ha niente di speciale, anche a lui piace scrivere, mentalmente mi assomiglia nella sua cinica e catastrofica visione del mondo. Io sono solo un po' più romantica.
Però... lui m'instilla la voglia di peccare, di trasgredire, di deviare il mio animo già corrotto dal vizio e tuffarmi tra mani che accolgono il mio corpo.
Voglio bagnarmi con il suo respiro, mentre mi sfiora...
La prima volta che ci siamo dati appuntamento, non ero molto convinta di ciò, lo conoscevo dalle superiori ma non avevo mai sentito niente... nella mia assoluta leggerezza d'animo, giocavo con fasulla innocenza un gioco per adulti ma non era mai successo niente prima.
Quel pomeriggio però... nel silenzio degli sguardi che ci scambiavamo, il lento avvicinarsi delle nostre labbra ha sancito qualcosa di diverso.
Ci siamo baciati... ci siamo sfiorati, mentre le lingue si toccavano con concupiscente e umido bisogno.
Volevo... spingermi oltre, senza rendermi conto di ciò che questo comportava.
Ma non importa... ora agogno il momento in cui posso stargli vicino e essere toccata nell'anima come mai nessuno ha fatto. 
Voglio bruciare in un'inferno di febbricitanti emozioni!

martedì 11 gennaio 2011

Nel silenzio...

Sola in casa, ascolto il silenzio che quieto mi si siede accanto.
Lo guardo in volto, senza vederlo, ma percependone perfettamente la presenza un poco invadente che mi guarda mentre mi faccio gli affari miei.
Il the di mezzanotte fuma accanto a me, le dita battono sui tasti ticchettando allegre parole di conforto per un personaggio vivo nella mia mente che ora sta soffrendo.
Sono sola, ma non ne sento il peso.
Sono sola, ma sento la serenità invadermi mentre le parole completano la mia solitudine leccando sensuali ogni pensiero che scrivo.
Solo il mio cane, che dorme tranquillo, può testimoniar della lussuriosa sfacciataggine che hanno le piccole sillabe che riempiono il silenzio, insaziabili come un'amante esigente.
Come un dittatore, pretendono la mia totale resa, la mia indiscussa obbedienza e io gliela offro, serva devota della loro bellezza.
Mi piego alla loro poetica magnificienza, pregando per avere un pezzetto della loro grazia...
Poi chiudo gli occhi e mi lascio cadere nel silenzio, tra parole sussurrate piene di piacere e goduriosa incanto.

E svegliarsi la mattina... con il mal di pancia!

In certi momenti l'ideale e l'orgoglio di essere donne, viene inesorabilmente accantonato, abbattuto e odiato, quando in certi periodi, il male del mese colpisce.



Questa mattina, mi sono svegliata arzilla, tranquilla, pimpante e piena di vita, cosa inconsueta e davvero preoccupane, in quanto io sono uno zombie appena la consapevolezza di andare al lavoro mi colpisce.
Tutto sembrava deciso a prendere una piega positiva, o almeno questo lo credevo io.
Ogni cellula del mio corpo stava già progettando, subdolamente, l'ammutinamento seguito da dolori assurdi decisi a troncare di netto la mia ilarità.
Ho lottato per mantenerla, mentre la mia condizione di donna cercava di vincere, ed è stata una battaglia dura... ma ha vinto lei.
Purtroppo ho perso, esco sconfitta e ridotta a uno straccio dolorante e sciupato.
Quindi oggi mi sento proprio di dire...
E svegliarsi la mattina... tu-tuturutu... con la pancia che fa male... mamma che palle!

A presto, Baci!

domenica 9 gennaio 2011

Mediaword... molto poco word per le mie esigenze

Da qualche tempo a questa parte sono ossessionata, no nemmeno, mi sento proprio una stalker con un'unico chiodo fisso. Un film per la precisione: Il Silenzio degli Innocenti


Ho visto questo film... bé, anni fa con mia mamma e, per quanto sia una che odia i film horror, ricordo che rimasi letteralmente affascinata dalla trama e da Anthony Hopkins.
Il suo modo di recitare, di intortare me come spettatrice mi ha raggelato e ammaliato, accompagnandomi passo dopo passo nella mente dell'assassino, mentre piano mi mostrava un barlume della sua malvagia ed empia genialità macabra e diabolica.
Per anni avevo sentito parlare di questo film, raccontato in un suppergiù da chi l'aveva visto davvero ed ero arrivata a costruirmi un sacco di castelli nella mente, e tutti per nulla belli.
Come con Dracula di Coppola, a ogni macabro dettaglio raccontato io mettevo insieme sequenze lavorando di fantasia con l'unico risultato di creare filmati nella mente davvero spaventosi che m'inquietavano tremendamente, quando da sola a letto ci ripensavo.
Ma curiosità a vinto e non mi pento di questa scelta.
Con l'incalzante sensazione di venir attirata in un mondo al di fuori del normale, Il Silenzio degli Innocenti, mi ha fatto apprezzare l'arte del thriller e delle menti malate che hanno sulle bocche un tipo diverso di prospettiva, rispetto a quella che noi riteniamo "Normale".
E ora, cavolo, non trovo questo film qui! E mi sento perduta, in balia, del truce destino che mi tiene lontano dal film che mi sconvolto da piccola.
Al mediaword senbra non esistere e io mi sento perduta... uffa!

E voi avete un film che vi ha sconvolto e vi ha attratto tanto da guardarlo e riguardarlo se l'avete?

Commentino... perfavore *_*

Bacioni a tutti!

sabato 8 gennaio 2011

Bye Bye Night

Cammino per il corridoio.
Non c'è luce a rischiarare i miei passi, solo ombre ad accompagnarlo.
Sui muri, criptiche parole emergono dalla pietra perpetrando urli silenti nell'aria che ristagna. 
Corro, il respiro pesante rimbomba, corro, il cuore pompa nelle vece che mi paiono prosciugate.
Corro, verso qualcosa che cerco...
Rumori di passi si spande dai i miei piedi, echeggiando dappertutto.
Non ho paura... sono forte... non ho paura...
Dietro di me, la luce si accende, fiammante della sua forza rivelatrice. Ma io devo continuare verso l'oscurità.

Col respiro mozzo entro in una stanza ascoltando il canto delle gocce d'acqua che cadono dal soffitto squarciato.
La luce continua la tronfia avanzata, ma l'ignoro, ricercando nell'oscurità la mia salvezza.
Ed eccola...
Sul trono delle tenebre la mia fantasia s'innalza, imponendosi come la più bella delle regine.
- Salvami, dalla realtà marcia del mondo - le chiedo inginocchiandomi davanti al suo sguardo rosso e profondo.
Con lentezza allarga le braccia e in silenzio mi avvolge, fasciandomi in una calda trapunta di serenità.
Imperiosa allontana la sporca luce e mentre danzatori scendono dal cielo drappeggiato di stelle, mi trascina nelle tenebre di un nuovo sogno.


venerdì 7 gennaio 2011

Tutti fuori al freddo... io in casa al caldo



Oggi fa freddo. Un freddo che sa di neve ma che immancabilmente porta pioggia.
Con una tazza di cioccolata calda tra le dita ghiacciate e la mia idolatrata musica metal in un placido ma robusto sottofondo, guardo fuori dalla finestra della cucina e ammiro la brina che ricopre con ragnatele bianche di gelo il campetto che ho dietro casa. 
In teoria, dovrei essere fuori con le amiche, a prendere freddo e ascoltare cretinate di immane superficialità, dette da bocche che s'imbellettano pur di sembrare belle e fini. 
Ma preferisco stare al caldo, avvolta da note che sanno entrarmi nell'anima mentre il cioccolato sazia la mia sete d'affetto che in questo momento sembra urlare più che mai con la sua voce da bimba dimenticata. 
Il metal... per anni ho ascoltato molti tipi di musica, assorbendo ogni pseudo nota con avarizia. Ma non ero mai soddisfatta...
Ora, con le melodie che gli ignoranti definiscono "sataniche", mi sento finalmente completa, viva, capita.
Qual'è la musica che vi ha toccato il cuore e capiti davvero?


Lasciate un commentino, bacioni!

giovedì 6 gennaio 2011

Sono stanca ma scrivo lo stesso

Con la musica nelle orecchie penso alla noia che m'affligge tarlando la lucida continuazione della giornata.
Sono fastidiosamente annoiata dal tranquillo tran tran che non cambia mai, che mi rassicura, che mi disturba...
Come si fa a combattere qualcosa che ci avvolge così stretti, fino ad entrare in noi?
Perchè ci sentiamo tanto annoiati nonostante tutte le distrazioni che esistono al mondo?
Qualcuno potrebbe rispondere?

mercoledì 5 gennaio 2011

Quanto dai un Bacio e poi ti penti di riceverlo...


Ormai era da ieri che c'eravamo messi d'accordo e io stranamente, ero pronta psicologicamente a un altro incontro.
Era passato quasi un'anno dal primo e giuro, il sapore dei suoi baci non me lo ricordavo più... forse era per questo che gli avevo detto di si!
Bè... tirata a lucido, ho attraversato il paese tichettando con i tacchi alti sull'asfaslto umido di nebbia che piovvigginava sulle teste di tutti, causando borbotii a non finire di vecchi infastiditi e delle loro ossa scricchiolanti e doloranti.
Lui m'aspettava in macchina, al calduccio, mentre io tremavo a ogni passo, come una maracas scossa violentemente.
Appena entrai nel campo visivo dello specchietto retrovisore, m'imposi di non tremare per il freddo e alzai la testa sorridendo, più per cortesia, che per altro, visto che la mia bassa autostima m'accompagnava come una fidata amica.... come al solito!
In macchina parlammo, e niente più. Lui guidava cercando nelle vincinanze un posto appartato... io parlavo, cercando di ricordare la causa del mio sdegno dopo il primo appuntamento... e, porca miseria, non lo ricordavo.
Una vaga sensazione di fastidio s'era insinuata nella  mia mente, ma nulla di più. Nessun indizio a darmi un piccolo aiuto, nessun segnale definito... solo un vago sentore di fastidio...
Trovato il posto, manco a dirlo ben trafficato, m'ha guadato per un momento come uno squalo davanti a una capretta che per sbaglio s'è sporta troppo dal suo tranquillo, confortevole, giaciglio sicuro.
E qui la tragedia s'è consumata...
Allungando un braccio afferrò (con la mano leggera di un pugile), il retro del mio collo e delicato come un cassonetto dell'immondizia affondò la bocca e il chilometro di lingua nella mia cercando, evidentemente, di soffocarmi.
Come una sanguisuga, il muscolo che si muoveva indemoniato, pareva deciso ad allungarsi fino alla mia gola, tanto desideroso di andare in profondità.
In quel momento mi maledii, mentre chilometri di saliva gli scivolavano lungo i lati delle labbra.
Per due ore... per due lunghissime ore, rimasi in silenzio a subire l'attacco fisico di quel... cammello? si, cammello!
E per tutto il tempo la coscienza non ha fatto altro che tormentarmi, punzecchiandomi con la sua voce bastarda sulle compagnie maschili che mi scelgo...
E, miseria, ha ragione...
Se la memoria non m'avesse tradito, avrei speso meglio il tempo sprecato a limonare con una scimmia dalla faccina carina!
Che orrore...
Che sfiga...
Che palle... perchè li becco tutti io!
In quelle due ore, le sue mani hanno anche preso vita, toccandomi.
I tocchi sono stati piacevoli... ma, santo cielo, quella bocca che mi sbavava pure sul collo, no!
La cosa peggiore è stata però, la sua eccitazione da... coniglio? non vorrei tirare in causa un'animale così carino, ma vedere il rigonfiamento nei suoi Jeans esattamente venti secondi dopo che ha iniziato a baciarmi... è stato traumatico!
Finalmente a casa... ho rifatto la doccia per cacciare dalla mia povera pelle il sentore della sua saliva.
Non fraintendete, a me l'odore della saliva sulla pelle piace, ma la sua no, DANNAZIONE!
Quindi... post mentale!
E, miseria, mettere un altro anno in mezzo, prima di vederlo!

martedì 4 gennaio 2011

Vasca, goccie d'acqua e...

Mentre facevo il bagno pensavo...
Di solito nella vasca non si pensa, si rimane fermi a farsi coccolare dall'acqua calda che ci sfiora la pelle, nascondendo tra bolle di sapone e un'abbondate strato di schiuma, gli eventuali peccati che fanno le nostre dita sulla pelle morbida delle intimità.
Stavolta, semplicemente pensavo...
Pensavo, alla lunga giornata appena passata... con i soliti alti e bassi... ma con l'unico punto fermo che per me è la musica, la scrittura e... bè la fantasia che vaga tra meandri sconfinati della coscienza umana. Fantasia che a volte rasenta il porno, a volte l'Horror e a volte la bimbominchiaggine superficiale.
E allora mi chiedo, è la tranquillità dell'acqua calda che rilassa i musicoli e la mente a farci continuare a pensare o semplicemente la masochista macchina sempre in funzione che fa girare gli ingranaggi nella nostra testa?

Al di là delle parole - Inizio!

Ormai sono quasi due settimane che penso, ripenso, e continuo a scervellarmi sulla possibilità emotiva e materiale di aprire questo blog, che in realtà non è necessario.
Ma come dire, fa parte del mio percorso spirituale. Percorso... ummm, non proprio, però mi piace vederlo così!
Quel percorso che porta una persona a condividere pensieri, sentimenti, immagini della mente con gli altri anche se per ora, nessuno mi ascolta. Ma non importa...
Ora che finalmente, dopo mille tentennamenti e indecisioni, ho fatto il grande passo sono felice, come una bimba che prende un complimento per un bel disegno.
Fuori dalla finestra la luce è scesa, e da quasi un senso d'intimità battere le dita sulla tastiera e riempire l'aria con i "tic" e i "tac" dei tasti.