Fan Fic amatoriali

domenica 27 febbraio 2011

Le favole di Victoria Facés 1° Parte

Buon Giorno
Vi presento una delle molte storielle che questa donna dal tono prettamente gotico ha pubblicato nelle sue Favole, abbellite da immagini tratte dal Book che lei stessa ha pubblicato.
Bacioni


Vergini del Lago

Un’infinità d’orfane innocenti riposa lungo il suo argine, avvinghiate nell’abbraccio contorto delle vegetazioni lacustri… vergini immacolate, che conobbero la lesbica passione d’umide carezze. Sognano l'oblio della loro castità e la conoscenza del piacere carnale in un castello dalle torri do cristallo, incoronate nella loro follia, come fanciulle in paradisi sognati, restano lì, aspettano la brina...
Quella notte scoprì il primo bagliore del plenilunio nel ricordo di quel cereo volto. Una visione candida come neve… Ezequiel risvegliò nella sua mente il ricordo di Lavernne, la giovane dai capelli dorati che secoli prima aveva intravisto discendere nel mezzo del bosco verso le oscure paludi.
Ricordava il suo livido splendore mentre s’introduceva tra le stelle all’alba…
Narra la leggenda che le antiche Crociate resero orfane molte giovani attanagliate dalla miseria. Sgomenta, nell’immaginare la morte nel corpo di suo padre, Lavernne incedeva con tremuli spasmi perdendosi in labirinti d’interminabili sentieri.
Dopo un soffocato sospiro, l’antico vampiro disegnò nella sua mente la purezza di quella fisionomia morente, colma di lacrime ai bordi di uno stagno.
Lui placò  i suoi gemiti e in un algido abbraccio baciò le sue pallide vene svuotate dalla tristezza lasciando che il suo corpo disteso fluttuasse nella quiete delle acque.
L’immagina ora, sulla superficie serpeggiante di un lago. L’immagina ora germogliare nell’oscurità delle tenebre…


Tempo fa rinvennero il suo corpo, gonfio, sulle rive di un fiume e nessuno seppe mai cosa fosse accaduto a quel cereo e inanimato simulacro umano. Dicono che i suoi capelli dorati fossero bianchi e che le sue livide labbra fossero abbozzate da un tenue sorriso.
Lavernne… restano ancora i ricordi del suo nome sulle labbra dell’immortale. Nella solitudine della sua alcova si avverte appena la musica di un vecchio clavicordo, che rammenta la danza dei suoi candidi capelli. Mai più tornò a visitare il suo spettro stagnante nelle acque, ma quelle streghe ingobbite dicono che, ancor oggi, si sentono i suoi canti di silfide, lontani, persi nelle profondità delle selve.

Un’ipnosi improvvisa, migliaia di fanciulle infatuate continuano ad abbandonare i loro villaggi per ascoltare il finale delle sue melodie.  Tutte, orfane d’affetto, visitano i giacigli dei loro genitori dopo la morte e s’immergono nelle profondità dello stagno, dimostrando così l’amore per la loro albina regina. Giacché alla corte delle vergini sommerse è lei l’imperatrice  di quel luogo nebuloso, l’Ofelia asfissiata dalla melma, colei che anni addietro si cimentò ad attraversar i rivi, delirando sotto le piogge sottili.




... per risvegliare, inquiete, il loro sospiro tra alghe e spume.
Loro, innamorate del muschio, corteggiate da sventurati cadaveri vestiti d'ossidate armature, accorrono agghindate a migliaia di banchetti e balli in maschera...


La dea albina interroga le rane dal vacuo sguardo sul nome del loro esanime amante: quel principe empio che distese le sue vesti nelle adamantine acque e baciò il suo gelido collo. I fantasmagorici anfibi restano però muti a quelle preghiere, conservando così il fremito del segreto.


Cercando di proteggersi allora dalla mancanza d'amore, corona i suoi capelli con fiori silvestri e sogna d'esser regina e principessa nel suo palazzo d'acqua e fango... e attende in eterno di riabbriacciare un padre caduto in antiche battaglie, desiderando conficcare i suoi incisivi in baci sanguinanti, per immergersi con lui nel regno delle acque invernali.
Ma oltre un pantano invaso da nebbie, la principessa defunta continuerà ad apparire, come ninfa spettrale, al calar della sera quando diluvierà sugli alberi spogli o l'autunno tingerà d'ocra gli abissi d'un arcano ruscello.
In qualche anfratto del melmoso palazzo, Lavernne vagherà singhiozzando per la sua solitudine nelle tenebre ed espiando, allo stesso tempo, le sue pene in quel luogo di fango e cristallo, dove un dì passeggiò in compagnia della sua follia.


Là dove un principe gettò il suo corpo nell'abbraccio d'acqua nebbiose...

venerdì 25 febbraio 2011

Sulle tracce del... L'uomo Senza Sonno

Qualche giorno fa, mi sono immersa in un'esperienza sensoriale davvero affascinante guardando un semplice film che mi ha colpito molto.


Che dire di questo film?
La sua trama apparentemente complicata, si dipana minuto in minuto, verso un film che a molti pare scontato, ma che a me è piaciuto molto.
Ma approfondiamo la trama.

L'operaio di fabbrica Trevor Reznik non riesce a dormire da un anno: il suo fisico, stremato dalla mancanza di riposo e di energie, ha un aspetto ormai cadaverico. Nella sua mente cominciano ad affiorare allucinazioni e manie di persecuzioni da parte di un certo Ivan, dapprima scambiato per un collega di lavoro, poi come ex fidanzato di Stevie, prostituta e sua amica confidente. Reznik decide di indagare e si scoprirà responsabile della morte di un bambino in un incidente automobilistico da cui fugge. L'evento traumatico, fino ad allora era stato rimosso dalla sua memoria e gli ha causato, nel frattempo, il suo deleterio stato mentale.

Il film in se, è un calderone di agghiaccianti sentimenti maniacali. Pian piano accompagna lo spettatore nell'angoscia tracciata dai colori freddi di una fotografia che impensierisce e mostra la malattia che è la paura nella sua vera natura.
La magrezza del protagonista fa paura, come la sua mente corrotta da un'incidente dimenticato che lo logora.
Io consiglio di vederlo, perché vi farà pensare ed una cosa buona ^_^

bacioni a tutti
Buona Giornata

martedì 22 febbraio 2011

Missing




Ti prego, ti prego, perdonami,
ma io non tornerò a casa.
Forse qualche giorno alzerai lo sguardo
e, appena consapevole dirai a nessuno in particolare:
"Non c'è qualcosa che manca?"

Tu non piangerai per la mia assenza, lo so
mi hai dimenticato molto tempo fa
Sono tanto inutile?
Sono tanto insignificante?
Non c'è qualcosa che manca?
Non c'è nessuno a cui io manchi?

Rit:
Nonostante io sia il sacrificio,
tu non mi cercherai, non ora
Sebbene io morirei per sapere che tu mi ami,
sono sola.
Non c'è qualcosa che manca?

Ti prego, ti prego, perdonami,
ma io non sarò di nuovo a casa.
Io so cosa fai a te stesso.
Respiro profondamente e grido:
Non c'è qualcosa che manca?
Non c'è nessuno a cui io manchi?

Rit

E se sanguino, sanguinerò,
sapendo che a te non importa.
E se io dormo solo per sognarti,
Mi sveglierò senza te qui,
Non c'è qualcosa che manca?
Non c'è qualcosa...

Rit

Non c'è qualcosa che manca?
Non c'è nessuno a cui io manchi?

Fuoco di Candela

La luce è saltata.
Il libro aperto spande il suo odore di carta vecchia, nel buio improvviso e tetro della stanza.
Scivolo tra ombre tetre, cercando l'interruttore.
Tentenno tastando il muro mentre a passi incerti, vago.
Le tenebre mi prendono per mano e mi tirano verso un candela che giace spenta sulla mensola del caminetto.
Una candela... l'idea di poterla sfruttare per creare l'atmosfera e dare la vita alle parole che sono immortalate sul libro mi solletica spaventosamente.
E così mentre l'idea di tornare alla fredda elettricità si smorza, afferro la candela e cerco i fiammiferi.
L'odore dello zolfo che li compone, prende fuoco all'istante.
è buono, forte, vitale...
Brucio lo stoppino e subito tutto prende una forma diversa, magica, eterna.


E con la candela tra le dita, come una sacerdotessa in trepidazione per quella divinità che adora, ritorno al libro che m'ha rapito la fantasia.

domenica 20 febbraio 2011

The Cat Came Back



Per me è come un droga questa canzone, spero vi piaccia ^_^

The Cat Came Back by Fred Penner

Adesso il vecchio signor Johnson
aveva dei suoi problemi
aveva un gatto giallo che
non se ne andava mai da casa sua
aveva provato e riprovato a cacciare via quel gatto
l'aveva dato persino ad un uomo che andava lontano

ma il gatto è tornato, proprio il giorno dopo
il gatto è tornato, pensavano fosse spacciato
ma il gatto è tornato, non era rimasto lontano

adesso l'uomo all'angolo giurò che
avrebbe ucciso il gatto a vista
caricò il suo fucile con colpi e dinamite
aspettò e aspettò che il gatto arrivasse
novantasette pezzi dell'uomo è tutto quel che trovarono

ma il gatto è tornato, proprio il giorno dopo
il gatto è tornato, pensavano fosse spacciato
ma il gatto è tornato, non era rimasto lontano

lo diedero ad un ragazzino
assieme ad una banconota da un dollaro
gli dissero di portarlo in mezzo al fiume con una barca
legarono una corda attorno al suo collo
probabilmente pesava circa una libbra
adesso dragano il fiume perchè il ragazzino è affogato

ma il gatto è tornato, proprio il giorno dopo
il gatto è tornato, pensavano fosse spacciato
ma il gatto è tornato, non era rimasto lontano

lo diedero ad un uomo che andava su in mongolfiera
gli dissero di portarlo all'uomo sulla Luna
la mongolfiera precipitò a novanta miglia di distanza
dove lui sia adesso, non oso dirlo

ma il gatto è tornato, proprio il giorno dopo
il gatto è tornato, pensavano fosse spacciato
ma il gatto è tornato, non era rimasto lontano

lo diedero ad un uomo che andava verso ovest
gli dissero di portarlo alla persona
che lui amava di più
prima, il treno si piegò, poi deragliò
nemmeno un'anima riuscì a sopravvivere
per raccontare lo spaventoso avvenimento

ma il gatto è tornato, proprio il giorno dopo
il gatto è tornato, pensavano fosse spacciato
ma il gatto è tornato, non era rimasto lontano

alla fine mandò il gatto lontano nell'oceano
una nave, fuori da sola, imbarcava acqua velocemente oggi
tutte le persone cominciarono a pregare
che la nave cominciasse a capovolgersi
una grande folata di vento arrivò
e tutte le anime furono perse

ma il gatto è tornato, proprio il giorno dopo
il gatto è tornato, pensavano fosse spacciato
ma il gatto è tornato, non era rimasto lontano

su un filo del telegrafo, i passeri erano seduti in gruppo
il gatto aveva fame, pensò che quei passeri
gli sarebbero piaciuti come pasto per pranzo
si arrampicò delicatamente sul palo
e quando raggiunse la cima
mise le sue zampe sul filo elettrico, e si annodò

ma il gatto è tornato, proprio il giorno dopo
il gatto è tornato, pensavano fosse spacciato
ma il gatto è tornato, non era rimasto lontano

ora il gatto aveva una sua famiglia
con sette piccoli gattini e arrivò un ciclone
spazzò via le case, e sballottò tutti i gatti
l'aria era piena di gattini e nessuno fu trovato

ma il gatto è tornato, proprio il giorno dopo
il gatto è tornato, pensavano fosse spacciato
ma il gatto è tornato, non era rimasto lontano
non era rimasto lontano

giovedì 17 febbraio 2011

Tipica giornata nata storta

Appena svegli, la prima cosa che si desidera è che tutto vada bene, che niente si metta tra te e il tuo obbiettivo giornaliero.
Poi metti giù un piede e il freddo del pavimento ti ricorda che devi alzarti, lavare, vestire, mangiare e il calore del letto ti sembra, improvvisamente più attraente che mai.
Ma non lo fai... anche se vorresti non cedi a quella meravigliosa tentazione.
Mezzi addormentati ci si alza e si va verso il bagno.
Tutto appare tranquillo, o almeno è così la nostra mentre intorpidita ce lo mostra.
Ma poi...
Grida, ti incitano a muovere il fondo schiena perché siete in ritardo (nel mio caso, perché dovevo andare a una cavolo di visita specialistica -.-').
La colazione vi viene quasi portata via da sotto il naso e i vestiti buttati addosso con fare poco gentile da parte di genitori infastiditi per quei cinque minuti in più di meritato sonno.
Vestiti, prendete le scartoffie e andate verso la macchina, con una strana creatura bavosa (che una volta era un genitore) che non vede l'ora di accellerare e vomitarvi addosso un mare di parole che a fatica concepite perché, bé, è dannatamente presto e il sonno vi tedia ancora.
Arrivati, il parcheggio è pieno e dovete quasi inventarvelo per poter finalmente scendere.
Tutto andava bene a letto... a letto....
Aspettate che il vostro turno arrivi e intanto un mare di vecchiette impellicciate vi passa davanti, guardandovi con la puzza sotto il naso.
Poi arriva il vostro turno e tutto va ancora più a rotoli (nel mio caso il medico si è divertito a trinciare il mio amor proprio facendomi diventare una belva incazzosa).
Dulcis in fundo, tornate a casa, andate a far la spesa e trovare una fila pazzesca, e quando rientrate tirando un sospiro di sollievo, scoprite che il portatile non va e probabilmente è tempestato di virus.
Quindi, come diavolo fa questa giornata ad andare dritta dopo tutto questo?
Stato emotivo: Broncio incazzoso!

mercoledì 16 febbraio 2011

E piove...

Soffermo lo sguardo sulla strada che devo percorrere e attendo un segno del cielo.
Un tuono squarcia la carne del firmamento, rompendo le sue nuvole che sanguinano pioggia.
La terra si lava, e  gioisce della lacrime che ne spolverano la vecchia pelle stanca.
Un respiro s'alza e un sospiro s'abbassa terso della grazia dell'acqua che disseta la sua anima polverosa.
Io aspetto, sul ciglio della porta...
Una scarica di fuoco celeste ruggisce e il segnale che la vita mi chiama, deflagra in me.
Muovo un passo, la pioggia mi sfiora.
Muovo un'altro passo, la pioggia m'accarezza...
Inizio a correre e lavo i peccato nel sangue del cielo come un'abbietta e sacrilega creatura della terra che agogna innalzarsi verso l'eternità.

domenica 13 febbraio 2011

Lighthouse Family - Forever you and me - Official video [HQ]



A chi come me si ritrova con l'amara sensazione di solitudine in questa ostentata festa dell'amore, dedico questa canzone che è la mia preferita e la più romantica che conosco.
Spero vi piaccia.
baci

traduzione

Quando stai per piangere ricorda
Che un giorno finirà tutto
Un giorno riusciremo ad arrivare in alto
Sebbene tutto sia più oscuro di dicembre
Quello che c’è avanti a noi è un colore diverso
Un giorno riusciremo ad arrivare in alto

E alla fine del giorno ricorda i giorni
In cui eravamo vicini alla fine
E chiediti come ce l’abbiamo fatta
Ad attraversare la notte
Alla fine del giorno ricorda il modo
In cui siamo stati così vicini alla fine
Ricorderemo che eravamo io e te

Perché noi saremo sempre io e te
Tu riuscirai sempre a volare in alto
Nel cielo dell’amore

Non pensi che sia ora tu iniziassi
A fare quello che abbiamo sempre voluto
Un giorno riusciremo ad arrivare in alto
Perché anche l’impossibile è facile
Quando siamo l’uno con l’altro
Un giorno riusciremo ad arrivare in alto

E alla fine del giorno ricorda i giorni
In cui eravamo vicini alla fine
E chiediti come ce l’abbiamo fatta
Ad attraversare la notte
Alla fine del giorno ricorda il modo
In cui siamo stati così vicini alla fine
Ricorderemo che eravamo io e te

Perché noi saremo sempre io e te
Tu riuscirai sempre a volare in alto
Nel cielo dell’amore

Perché noi saremo sempre io e te…

sabato 12 febbraio 2011

Favole di Victoria Francés

Buon giorno a tutti
Ieri sera mentre leggevo le Favole di Victoria Francés, m'è venuto in mente che sarebbe giusto condividere una tale rara meraviglia di parole con gli altri.
Vi avverto, che non è per nulla semplice comprenderle per i termini altisonanti usati, quindi armatevi di pazienza.
Ebbene, vi lascio con Victoria Francés, arrivederci.

Prologo

Si nascose nel luogo più oscuro della fortezza e contemplò l'orrizzonte, senza respiro...
L'ultima volta che tornò su quei percorsi seppe che, oltre ai boschi d'alberi funesti, v'erano tracce di candidi sudari intrisi di lacrime.
E in ogni paradiso, in ogni simulacro d'antichi portici e di muti angeli, s'imprimono indelebili ricordi.
Continuano a scorrere all'unisono le sue lacrime cineree sulle candide gote e con languide espressione accennano sorrisi che si celano nella penombra.
Lui riconobbe il volto di tutte le dame che sospinse attraverso cieli tempestosi. Fu lui fra tutti i sinistri principi a occultarsi dentro maschere d'orrende bestie e a baciare le gote di leggiadre bellezze.
Accarezzando i loro turgidi seni prosciugò fiumi di quella linfa rubino che scorreva nelle loro vene, mentre le moribonde donzelle gemevano di piacere, sciogliendo la rugiada delle loro lacrime.
Ezequiel... il cavaliere avvolto dalla nebbia.
Ti maledicono spettri assopiti in lenzuola di foglie morte! Il glauco splendore dei tuoi occhi brama declamare la poesia delle dame insonni...
Un'infinità di rose appassite piangere per loro! Adesso, com'edere rampicanti, ondulanti figure accudiscono la solitudine della spoglia alcova, accompagnandoti nella ragnatela dei tuoi ricordi e, al culmine delle  rimembranze, sentirai la nostalgia di tornare ad accarezzare i purpurei capelli d'una di loro.
Prigioniera nella tua irrealtà come uno spettro nascosto in un campanile abbandonato... le rose delle sue labbra ora colano il sangue d'altre epoche...

giovedì 10 febbraio 2011

Un po' di foto fatte da me ^_^



Per ora vi mostro queste che ho fatto quest'inverno, spero vi piacciano
Baci!!!

mercoledì 9 febbraio 2011



Possa Essere


Possa essere che una stella della sera
Risplenda su di te
Possa essere quando scende la notte
che il tuo cuore sarà sincero
Tu cammini per una strada solitaria
Oh! Come sei lontano da casa


Mornië utúlië (Quenya: La tenebra è arrivata)
Credi e troverai la tua strada
Mornië alantië (Quenya: La tenebra è calata)
Una promessa vive dentro di te ora


Possa essere che il richiamo dell'ombra
Voli via
Possa essere che il tuo viaggiare
Illumini il giorno
Quando la notte è sopraffatta
Possa tu sorgere a trovare il sole


Mornië utúlië (Quenya: La tenebra è arrivata)
Credi e troverai la tua strada


Mornië alantië (Quenya: La tenebra è calata)
Una promessa vive dentro di te ora


Una promessa vive dentro di te ora

Inno alla Nebbia



Tu che nasci dalla terra e t'innalzi verso il cielo con spirali di dita fantasmi,
ascolta.
Tu che dipingi di veli bianchi i miei passi,
guarda.
Tu che nascondi il peccati dell'uomo fra le pieghe del tuo manto candido
parla.
Come un dipinto divino sulla pelle della terra, ti liberi delle ristrette catene e porti il tuo cuore davanti ai nostri occhi appannati.
Figlia di un diavolo dagli occhi candidi, ci nascondi il cammino portandoci vicino al pericolo.

lunedì 7 febbraio 2011

Indietro nella mia storia...

Questa mattina mi sono svegliata con la doverosa idea di dover parlare un po' di me a chi legge questo blog.
Probabilmente non gliene frega a nessuno di chi sono, si può vivere tranquillamente nella convinzione che io sia solo una scritta sul computer e non una persona in carne, ossa e sangue.
Io parlo a quel briciolo di curiosità che nasce mentre si legge, a quell'infima palletta di idea che si ha quando si inizia a pensare al come ha avuto inizio tutto questo.
Bene... a quel lampo di insensato interesse rispondo parlando del come sia nata questa passione.

Fin da bambina sono stata una persona pigra. Non vi era niente che riuscisse a destare il mio interesse, già il solo leggere lo trovavo noioso e mi faceva un ribrezzo tremendo.
Spendevo i pomeriggi a guardare i miei amati cartoni animati e fantasticare su di essi, facendogli fare di tutto e di più nella mia mente che conteneva più fantasia di quella di molti adulti che conoscevo.

Tutto però è cambiato quando ho conosciuto lui... ci ho messo un po' a decidermi, come in tutto quello che faccio, ma poi... è stato amore a prima vista.



Già dalle prime righe mi sono stupita di trovare nelle parole, quelle immagini e quella fantasia che io sfruttavo
per ingannare il tempo o come rifugio per non dover guardare in faccia la realtà. La noiosa e cruda realtà che si comprende anche quando si è bambini.
Da Harry, pian piano mi sono innamorata dei libri, del loro odore, della sensazione della carta stampata sotto i polpastrelli leggermente ruvidi...
Era un nuovo mondo... tutto nuovo... pieno di emozioni... buono e comprensivo.

Poi in seconda superiore...
Fui costretta a partecipare a un cavolo di progetto in cui alcuni ragazzi dell'artistico avevano fatto disegni sulla paura e noi dovevamo scrivere quello che sentivamo.
Io presi il più particolare... nemmeno a dirlo, pareva un uomo serpente con le mani sulla testa e la pelle che cadeva rivendo i muscoli sotto.
Ne rimasi affascinata e non pensai, semplicemente scrissi quello che la mia mente malata partoriva.
E fu in quell'occasione che scoprii quella nuova parte di mondo che avevo sempre ignorato.
Purtroppo non so più che fine a fatto quel pezzo... e la cosa mi riempie un po' d'amarezza.
Da quel giorno ho coltivato la scrittura come un figlio, nella speranza di vederlo crescere sempre di più e di non pentirmi di aver dato voce alla mia anima.

domenica 6 febbraio 2011

Memory - Withim Temptation




Ricordi
 

Ricordi Ricordi Ricordi

In questo mondo hai provato
A non lasciarmi solo indietro
Non c'è nessun altro modo
Pregherò agli dei : lasciatelo qui

I ricordi facilitano il dolore dentro
Ora so perchè


Tutti i miei ricordi
Ti tengono qui vicino
In momenti silenziosi
Immagina che tu fossi qui
Tutti i miei ricordi
Ti tengono vicino
I sussurri silenziosi
Le lacrime silenziose

Fammi promettere di provare
A trovare di nuovo la mia strada in questa vita
Spero sia lontana
A darmi un segno che tu stai bene
Ricordami ancora
Vale tutto
Così posso andare a casa

Insieme in tutti i questi ricordi
Vedo il tuo sorriso
Tutti questi ricordi che tengo caro
Caro saic he ti amerò fino alla fine del tempo

 

venerdì 4 febbraio 2011

Grazie

Di certo il periodo non è semplice, ostacoli che si credevo facili da abbattere e superare si parano davanti come montagne insommortabili, minacciose e pericolose per la mia povera psiche già duramente provata.
Da mercoledì a questa parte ho assaggiato l'amaro nettare della cattiveria, mascherata da insegnante.
In questi pochi giorni mi sono ritrovata a fare i conti con una fragilità che non credevo di possedere ancora, una fragilità che mi ha riportato alla mente la mia infanzia, quando bastava il minimo colpo sferrato all'autostima per accartocciarmi come una foglia secca.
Delusa e amareggiata dai miei errori e arrabbiata per gli urli che mi venivano lanciati contro mi sono sentita davvero piccola e tutta la forza di cui sono sempre andata fiera e volata via, come una piuma nel vento.
Però...
In quest'occasione che mi ha buttato a terra amici e persone che  mi conosco appena mi hanno dato il loro appoggio, ridonando nuova linfa ai morituri germogli della mia spezzata autostima.
A voi do il mio cuore, perché non serve a molto ma è tutto ciò che ho per ringraziarvi.

Grazie

giovedì 3 febbraio 2011

Nemo - Nightwish




Nessuno

Questo sono io per l'eternità
Uno dei perduti
L'unico senza un nome
senza un cuore sincero come guida

Questo sono io per l'eternità
Uno senza un nome
Queste righe l'ultimo tentativo
di trovare la via perduta

Oh come desidero
una rassicurante pioggia
Tutto quello che desidero è sognare ancora
Il mio cuore devoto
Perso nell'oscurità
Per la speranza darei tutto quello che ho

Mio fiore, appassito in mezzo
alle pagine 2 e 3
La fioritura di una volta e di sempre
scomparsa coi miei peccati

Cammino per il sentiero oscuro
Dormo con gli angeli
Cerco il passato per un aiuto
Toccami col tuo amore
E rivelami il mio vero nome

Oh come desidero
una rassicurante pioggia
Tutto quello che desidero è sognare ancora
Il mio cuore devoto
perso nell'oscurità
Per la speranza darei tutto quello che ho
Oh come desidero
una rassicurante pioggia
Oh come desidero sognare ancora
Una volta per tutte
E tutto per una volta
Nessuno il mio nome in eterno

Nessuno naviga verso casa
Nessuno lascia andare

Oh, come desidero...