Fan Fic amatoriali

sabato 20 agosto 2011

Piccoli Passi verso te

Buon giorno gente
Siccome sul sito dove posto, le mie fan fic amatoriali sugli anime non riscuoto alcun successo (praticamente passo inosservata nonostante m'impegni al massimo T_T) ho deciso di postare qui!
Abbiate pazienza e se non vi danno fastidio certi argomenti, provate a leggerle. ^_^
Il primo che me la porta via, lo scanno e uso la sua pelle per farci una tovaglia è_é

I personaggi descritti non sono di mia propietà ma apartengono a Kishimoto, un vero peccato, pultroppo XDXDXD

Trama: In un normale pomeriggio di compiti, tutto scorre tranquillo. La pace regna tra un pensiero triste e l'altro davanti all'attaccamento di un padre con il figlio e solo un sorriso la può scombussolare.
Avvertenze: AU, Shonen-ai, One-shot

Piccoli Passi verso Te
Il tenore risuonava potente nella stanza. Il suo poderoso vociare aleggiava terso nell’aria leggera. Due bambini facevano i compiti accennando a bocca chiusa la musica che per l’ennesima volta sentivano. A forza di ascoltare quelle note cariche di energia e vibrazioni, sapevano l’opera a memoria, anche se non riuscivano ad accennare nemmeno la minima sillaba vocale.

Un uomo entrò nella stanza e lanciò un occhiata ai due bambini che tranquilli scrivevano. Gli si avvicinò e con un movimento leggero si chinò accanto a loro, osservandoli con occhi dolci parlottare e sfruttare la loro intelligenza per trovare le soluzioni per i loro piccoli problemi. In sottofondo il coro dell’Atylantos cantava con deliziose vibrazioni di passione musicale.

«Vi serve una mano?»

«No papà» rispose uno dei due pargoli poggiando i grandi occhi azzurri in quelli del medesimo colore dell’uomo. Entrambi avevano lunghi capelli biondo grano, carnagione leggermente abbronzata e un sorriso in grado di rapire il cuore di chiunque.

«Sasuke hai sete?»

L’altro bambino alzò i suoi occhi nero pece. I capelli corvini pettinati, ondeggiarono seguendo il movimento della testa. La carnagione chiara risplendette nell’ombra che intono regnava.

«No, Minato, grazie»

«Tu, Naruto?»

«Io si, io si» i capelli biondi si muovevano in fruscii disordinati mentre il bimbo si agitava. I due bambini erano l’uno l’opposto dell’altro, sia nell’aspetto che nel carattere.

Il biondo Naruto, che era figlio di Minato, era solare, dolce, emotivo e anche scorbutico e suscettibile. Il piccolo Sasuke, era l’esatto contrario. Di carattere schivo e solitario, distaccato da tutto e freddo con tutti, tranne che con Naruto.

Sasuke lanciò un’occhiata all’amico e scosse la testa. Poi prese una penna e la tirò al bambino davanti a lui.

«Ahi» disse Naruto voltandosi. «Mi hai fatto male!»

«Torniamo a fare i compiti?»

«Si, si aspetta» e con uno scatto il piccolo scese dalla sedia lanciandogli un piccolo sorriso.

Sasuke lo guardò correre dal padre. Era invidioso dell’amico che, seppur non aveva la mamma perché era volata con gli angeli (almeno così gli dicevano gli adulti), aveva la fortuna di avere un papà che gli voleva bene e lo coccolava. Il suo papà invece non gli faceva mai le coccole e non gli diceva mai che era “un bel casinista” come diceva Minato quando Naruto combinava qualcosa… Li invidiava perché erano uniti.

Prese tra le piccole dita una lucida penna argentata e la guardò malinconico, il visetto dolce si fece infelice nel pensare alla solitudine che regnava nella sua casa.

Minato gli lanciò un’occhiata da dietro la porta del frigo aperto. Prese qualcosa e si chinò a darla al figlio.

«Papà mi dai anche un succo al pomodoro?»

«Ma a te non piace il pomodoro?!?»

«Ma a Sasuke, si»

Il bimbo sorrise, esibendo tutti i suoi sette anni. Era così piccolo, ma già capiva la tristezza che albergava nel cuore del suo amico. E ogni volta, trovava il modo di alleviarla.

Tra le mani prese i due succhi e correndo si avvicinò al bambino dallo sguardo triste.

«Sasuke» gridò. I piccoli passi affrettati risuonarono sul pavimento in parquet, mentre la voce dolce della soprano danzava allegra sulle loro testa.

Il bambino dagli occhi malinconici alzò lo sguardo, incontrando quelli improvvisamente dolci dell’amico che gli porse il succo.

«Perché sei triste? »

«Non sono triste»

«Non devi dire le bugie»

«NON dico le bugie» disse sulla difensiva, evitando i suoi occhi troppo carichi di emozioni. Leggeri e tremuli stralci di rossore gli tinsero le guancie. Non poteva farsi vedere debole perché il suo papà non voleva…

«Sasuke» un paio di manine si allungarono e si soffermarono in una carezza su quelle guance morbide e tonde.

«Se sei triste, sono triste anche io»

«Non dire cose stupide»

«Ma è vero!»

«E perché sei triste anche tu?»

«Perché ti voglio bene»

La voce del soprano si mescolò al suono acuto e morbido di un violino che accompagnava il suo canto disegnando onde di note, invisibili, immateriali, ma tanto belle da toccare il cuore.

L’insofferenza di Sasuke scomparve portata via dalle labbra di Naruto sulla sua guancia. Entrambi i bambini avevano solo sette anni, ma già provavano un forte legame l’uno per l’altro. Quel piccolo bacio segnò il rafforzamento del loro legame. E lo sbocciare di qualcosa che solo quando saranno adulti potranno comprendere…

Minato osservò i due con sguardo sconcertato. Questo proprio da Naruto non se l’aspettava…

Accennò un sorriso stappando la birra che aveva tra le dita.

«Naruto, sei un vero tormento. Ma lascia un po’ stare Sasuke, no?»

Il bambino biondo si voltò accennano un enorme sorriso pieno di entusiasmo.

«No, non lascerò stare Sasuke. Perché lui è mio amico e voglio farlo sorridere sempre!»

Il piccolo Sasuke, guardò l’amico ammorbidendo in un sorriso appena accennato le labbra severe.

«Mi togli l’aria» mormorò allontanando brusco il bambino.

La sua faccia normalmente indifferente era stata nuovamente intaccata. Il piccolo cuore gli pompò gratitudine.

«Grazie» mormorò a voce bassa senza farsi sentire.

Prese tra le mani il visetto di Naruto e fissandolo in silenzio sondò ogni piega della pelle morbida.

«Ti decidi a metterti a fare i compiti?»

In realtà però gli volle dire con lo sguardo: «Prometti che non mi farai più sentire solo?»

«Si si» rispose a entrambe le domande.

Naruto si arrampicò sulla sedia e prese posto accanto a Sasuke. L’uno vicino all’altro ripresero i compiti.

I piccoli cuori si muovevano in sincrono beandosi del reciproco calore e della musica che li accompagnava.

Minato osservò i due bambini portandosi alla bocca il collo della bottiglietta di birra.

- Va a finire che tra qualche anno li ritrovo a baciarsi… - si strofinò i capelli biondi, tornando verso lo studio. E in tanto canticchiava…


Spente le stelle

Col pallido raggio di luna

Piange l’amore

Che si lanciava come l’onda poi se ne va”